
MAI COME OGGI ABBIAMO AVUTO BISOGNO D’ARTE
Oriana Persico e Salvatore Iaconesi, coppia nella vita e nell’Arte scelgono Torino per un momento speciale della loro vita. L’Opera Barolo li accoglie in residenza, come ha già fatto con altri artisti nella sua lunga storia.
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Nel 2021 Opera Barolo accoglie in residenza a Palazzo Oriana Persico e Salvatore Iaconesi, coppia nella vita e nell’Arte.
E’ nel Dna dell’istituzione sabauda la relazione con gli Artisti. I Fondatori, i Marchesi Giulia e Tancredi, hanno sempre nutrito la loro visione di innovatori sociali con confronto con gli Artisti, collezionato opere di contemporanei, sostenuto la formazione dei giovani. E li hanno ospitati a Palazzo, soprattutto nei momenti di difficoltà. Silvio Pellico, al ritorno dallo Spilberg, trovò casa e lavoro dai Marchesi di cui divenne bibliotecario e segretario. L’Opera, dagli inizi degli anni 2010, ha avuto il privilegio di essere casa per Ezio Bosso. Entrambi crearono per le scuole dell’Ente, per le persone più vulnerabili.
Iaconesi e Persico, scelgono Torino. Per la qualità della sua Sanità e per quella del tessuto creativo e di innovazione, in un momento particolare della loro vita in cui stanno riprogettando la loro attività artistica e di ricerca.
Il legame fra Torino e la coppia di artisti è radicato nel tempo.
Lui: un ingegnere robotico, artista, hacker, TeD, Yale e Eisenhower Fellow. Lei: una cyber-ecologista, esperta di comunicazione e inclusione digitale con la passione per l'autobiografia. Osservano la mutazione delle società umane con l'avvento delle reti e delle tecnologie ubique. Tra poetica e politica, corpi e architetture, modelli di business rivoluzionari, il duo promuove una visione del mondo in cui l'arte è il collante tra scienza, politica, società ed economia. Autori di performance globali, pubblicazioni e opere esposte in tutto il mondo, sono i fondatori di HER: She Loves Data – centro di ricerca che indaga le implicazioni psicologiche e sociali dei dati e della computazione – e di AOS, Art is Open Source, network internazionale dedicato all’interconnessione fra arte, scienza e tecnologie.
L’Opera li ospita. Per consentire loro di continuare a creare in una città nella quale hanno trovato collaborazioni fin dai loro esordi. Iaconesi e Persico potranno, se lo desidereranno, mettersi in dialogo con il Distretto Sociale Barolo, la cittadella della solidarietà attiva dal 1823 a favore dei più vulnerabili, creare valore e trarre ispirazione dai poli educativi dell’Ente che segue 750 bambini e le loro famiglie, contesti che considerano l’arte come risorsa fondamentale per lo sviluppo delle persone e delle comunità.
“Mai come in questo momento abbiamo avuto bisogno d’Arte. Per rileggere lo scenario post pandemico. Per creare collettivamente nuovi immaginari, cogliendo le opportunità di una innovazione responsabile che generi progresso per tutti. L’arte ci può aiutare a co-costruire opzioni di un futuro desiderabile, in un grande laboratorio sociale”, afferma il Presidente dell’Opera Barolo, Luciano Marocco.
“Questa residenza ci rende cittadini temporanei in un anno che ci ha condotto a ripensare tutto. Abbiamo vissuto la pandemia fra Trento e ora il Piemonte, entrando in contatto con ecosistemi umani, sanitari e di ricerca che sono delle eccellenze. A Torino vediamo la possibilità di promuovere modelli differenti, più sostenibili, vicini agli equilibri dinamici dell'ecologia. Modelli che dal 2012, nella nostra pratica artistica, abbiamo sintetizzato ne La Cura e che, da quest'anno, si sono evoluti nel concetto di Nuovo Abitare che ispira il nostro centro di ricerca: quell’abitare in cui, tramite l'arte, potremo finalmente immaginare e costruire le nuove alleanze possibili tra società, tecnologia, ambiente, organizzazioni di cui abbiamo bisogno.”, affermano Iaconesi e Persico.
Per approfondimenti:
Trovano spazio qui, dal 2007, opere sperimentali che segnano il loro percorso come Squatting Supermarkets e Love VS Turin. Ed è sempre a Torino che un nuovo tipo di opere, realizzate dagli artisti come centro di ricerca, sono sostenute dalla città. Ne sono esempi nel 2017, il progetto HOME, realizzato con il DIST, in cui un sistema intelligente per monitorare il consumo energetico trasforma il Castello del Valentino un “poeta algoritmico” che genera testi suggestivi sul caldo e sul freddo. Nel 2018, SAS - Smart Archive Search, realizza le prime intelligenze artificiali applicate allo straordinario archivio del Polo del ‘900, sperimentando workshop in cui i cittadini addestrano collaborativamente le IA. Nel 2019 è la volta di Datapoiesis, progetto finanziato dalla Compagnia di San Paolo, dove IA e computazione si uniscono per renderci sensibili alle grandi sfide del pianeta, a partire dalla povertà: nello stesso anno, OBIETTIVO; la prima opera d’arte datapoietica, sarà acquisita dalla Collezione Farnesina.
*OBIETTIVO, la prima opera d'arte datapoietica, Collezione Farnesina
“Non è un caso se la Città di Torino ha accolto con slancio innovativo e intelligenza la nostra arte, fin dagli esordi. Il tessuto creativo e istituzionale – l'Università, il Politecnico, molte organizzazioni della Città e della Regione, l'underground torinese – è da sempre all'avanguardia nel cogliere il senso delle innovazioni tecnologiche che, oggi, ci permettono di essere chi siamo. Siamo stati non solo accolti, ma anche sostenuti e accompagnati”.
“Non possiamo più permetterci un'arte che sia solo decorazione dei processi dell'innovazione, docile ed assoggettata all'idea egemonica che esista solo una forma di industria dei dati e della computazione: quella estrattiva”.
“Come artisti e con il nostro centro di ricerca, ci occupiamo delle implicazioni che le tecnologie, i dati e la computazione hanno sulle nostre psicologie, la nostra possibilità di relazionarci, esprimerci, godere dei nostri diritti e delle nostre libertà. Dati e computazione, oggi, vogliono dire poter sopravvivere con dignità alla pandemia, al cambiamento climatico e alle altre grandi sfide planetarie, presenti e a venire. Da fenomeni tecnici, dati e computazione diventano fenomeni esistenziali. Se vorremo averci a che fare, l'arte deve entrare a pieno titolo nella creazione delle strategie”.
Maggiori info: |
Comunicato stampa: opera-oriana-e-sal-cs.pdf