Un modello di welfare che dura da due secoli
Oggi il Distretto Sociale Barolo è un ecosistema che costituisce un unicum nel nostro Paese: fondato nel 1823 da Giulia e Tancredi, ultimi Marchesi di Barolo, è attivo ininterrottamente da quasi 200 anni.
Occupa un territorio comnpreso tra via Cigna e via Cottolengo con 14 edifici di proprietà dell’Opera Barolo, messi a disposizione a favore di altrettante realtà ecclesiastiche e civili che grazie al lavoro di più di 100 operatori e 320 volontari garantiscono servizi fondamentali, diurni o residenziali, a circa 20.000 persone ogni anno.
L’Opera Barolo sostiene le attività sociali, in primis mettendo a disposizione immobili (forma giuridica del comodato d’uso gratuito) agli enti gestori di attività sociale. L’Opera con gli Enti del Distretto, dal 2010 ha avviato una profonda e costante azione di riqualificazione strutturale del complesso.
La cura di luoghi altamente simbolici del patrimonio carismatico e culturale ereditato da Giulia di Barolo, espressione della santità sociale al femminile (che ha radici nel Convento delle Maddalene, presidiato tutt’ora dalle suore Figlie di Gesù Buon Pastore, area sulla quale non sono ancora intervenute trasformazioni), accompagna e sostiene il percorso in atto di innovazione.
I luoghi fisici sono importanti non solo perché rendono possibili le prestazioni ma perché nell’offrire continuità, anche spaziale, alle relazioni consentono di sviluppare modalità di aiuto e di scambio innovative e di attivazione comunitaria. Sono allo studio interventi volti a favorire il percorso in atto con funzioni comuni come la realizzazione di nuovi accessi e vie di comunicazione, spazi di aggregazione e condivisione.
II Distretto sociale Barolo è un’emanazione dell’Opera Barolo, fondata dalla Marchesa Giulia di Barolo attraverso il suo testamento. Nel 2023 i Distretto combie 200 anni. Li abbiamo definiti 200 anni di solidarietà.
Una storia che non si e ma interrotta e che ha fatto del quadrilatero di Via Cigna – Via Cottolengo un’isola di carità, comprensione, condivisione, accoglienza. Un rifugio, insomma. Proprio così la Marchesa volle chiamare il primo insediamento del 1822 dedicato alle ex carcerate.
Oggi è ancora un “rifugio” carico di tanta storia.
I festeggiamenti dei 200 anni vogliono essere nello stesso tempo un omaggio al passato e uno sguardo al futuro.
Un omaggio al passato: vogliamo ricordare Giulia di Barolo e suo marito Tancredi, vogliamo far conoscere a loro storia che è stata una storia di dedizione agli altri e di continua costruzione di luoghi, di opere, di bene, di amore. Vogliamo far conoscere la storia dell’Opera Barolo che dalla morte della Marchesa persegue idealmente e concretamente il volere della Marchesa.
Uno sguardo al futuro: vogliamo che questo anno non sia solo un ricordo, che non sia solo la dovuta e formale rievocazione di un tempo che non esiste più. La memoria è il più potente propulsore del futuro. Senza storia e senza memoria non è possibile costruire un solido futuro.
Mostre, visite guidate al Distretto, convegni, spettacoli, seminari, cineforum, maratone, ci accompagneranno tutto l’anno per riscoprire luoghi di una Torino che ogni giorno, da 200 anni, costruisce solidarietà.
Buoni 200 anni a tutti noi!
Luciano Marocco
Presidente Opera Barolo
Anna Poggi
Consigliere Opera Barolo
con delega per il Distretto Sociale Barolo