Una casa al servizio della cultura torinese
È il luogo in cui tutto ha avuto inizio:
qui viene gestita l’eredità culturale e operativa dei Marchesi di Barolo e ha sede l’Opera Barolo.
Palazzo Barolo è prima di tutto una delle più importanti dimore nobiliari barocche della Città di Torino. Oggi, dopo un’attenta ristrutturazione, è possibile visitare e ammirare il Palazzo, i suoi appartamenti e il patrimonio di opere d’arte. Qui vissero i Marchesi, intrattenendosi regolarmente con Sua Maestà Carlo Alberto, il Conte di Cavour, Massimo d’Azeglio, Silvio Pellico e i nobili dell’epoca. Palazzo Barolo è però molto di più: accoglie due musei, due biblioteche, due Archivi, la Fondazione Tancredi di Barolo, e decine di attività e collaborazioni, che lo configurano come luogo di grande attività culturale nel panorama cittadino.
In queste stanze è passata la storia della città
Palazzo Barolo non è solo è il luogo da cui ha avuto inizio l’Opera Pia Barolo, ma anche uno dei più significativi e meglio conservati esempi di dimore nobiliari della Torino barocca aperte al pubblico.
Palazzo Barolo non è solo è il luogo da cui ha avuto inizio l’Opera Pia Barolo, ma anche uno dei più significativi e meglio conservati esempi di dimore nobiliari della Torino barocca aperte al pubblico.
L’edificio occupa, quasi completamente, un intero isolato in via delle Orfane, fino a Piazza Savoia. Fu costruito alla fine del Seicento da Gian Francesco Baroncelli come ristrutturazione della casa già posseduta dal Conte Ottavio Provana di Druent, «primo scudiero» e «gran guardarobiere» di Vittorio Amedeo II di Savoia. Nel palazzo abitarono l’unica figlia del conte Ottavio, Elena Matilde, con il marito, marchese GerolamoGabriele Falletti di Barolo. Nel 1727 l’edificio passò in eredità a Ottavio Giuseppe, loro primogenito, che intorno alla metà del Settecento ne affidò la modifica a Benedetto Alfieri per adeguarlo al gusto rococò. Il Palazzo è stato la residenza della famiglia Falletti fino agli ultimi Marchesi di Barolo, i coniugi Tancredi e Giulia.
Elementi salienti dell’architettura del Palazzo, la facciata, l’atrio e lo scalone a forbice, realizzati a partire dal 1692 su progetto dell’architetto Gian Francesco Baroncelli.
All’interno è possibile ammirare il salone centrale al piano nobile – prestigioso ambiente che presenta una volta dipinta da Mattia Bortolini – l’ala Alfieriana (Sala Mozart, Sala degli Specchi e Salottino cinese), l’appartamento di Silvio Pellico e l’appartamento ottocentesco dei Marchesi. Quest’ultimo, collocato nell’“ala nuova”, è costituito da quattro sale – sala del biliardo, anticamera azzurra, camera da letto e gabinetto – caratterizzate da soffitti a scomparti, volte affrescate, dipinti ad olio, boiseries e ricchi apparati decorativi.
Il ritrovato splendore di Palazzo Barolo è frutto anche dei lavori di restauro degli appartamenti posti al piano nobile. Avviati nel 2012 con l’impostazione metodologica e il coordinamento tecnico-scientifico della Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte, sono stati possibili anche grazie al finanziamento della Compagnia di San Paolo e della Fondazione CRT (affresco Alcova) e hanno riguardato i manufatti più degradati presenti negli appartamenti.