La rivista “Torino Storia” ha salutato i suoi lettori con una cerimonia ospitata a Palazzo Barolo. Dopo dieci anni e cento numeri il magazine diretto da Alberto Riccadonna non uscirà più, lasciando i suoi lettori orfani di quegli articoli frutto di indagini nel passato del capoluogo piemontese, mettendo il naso in archivi pubblici e privati, spulciando tra opere e scritti d’un tempo o magari semplicemente camminando per le vie del centro cittadino andando a caccia, tra i resti (scarsi) della città medievale o le facciate di edifici barocchi, di segni che narrano storie. 
“Torino Storia”, in modo leggero e accattivante, ha saputo raccontare con serietà e accuratezza, sempre sulla base di fonti documentarie, eventi grandi e piccoli, descrivere personaggi famosi e altri quasi sconosciuti, scavando nel passato e portando alla luce figure, fatti e cose che ricordano come era la città fondata due millenni or sono, divenuta capitale di un ducato poco più di quattro secoli e mezzo fa e di un regno all’inizio del Settecento. Poi, nei secoli XIX e XX essere stata capace di guidare prima il processo di unificazione nazionale e dopo diventare una delle locomotive dell’industrializzazione italiana.

Un ruolo di primo piano nella storia del nostro Paese che la rivista “Torino Storia” ha celebrato nell’ultimo numero del magazine, con il racconto della Torino città dei primati: dieci grandi invenzioni di casa nostra, dall’auto italiana, alla moda, dal cinema, alla televisione, dal cioccolato alla cavalleria.

Crediti foto @ Massimo Masone