Tutti i Pinocchi di Sergio Martinatto. La collezione arriva al MUSLI

Incontro di presentazione
Mercoledì 17 aprile 2024, h 17.00

SALONE D’ONORE DI PALAZZO BAROLO | VIA DELLE ORFANE 7/A, TORINO

 

 

La Fondazione Tancredi di Barolo è lieta di condividere con amici e appassionati l’arrivo al Museo della Scuola e del Libro per l’Infanzia di un’importante collezione che riguarda uno dei personaggi più amati della letteratura per l’infanzia di tutti i tempi: Pinocchio!
La raccolta comprende migliaia di esemplari, tra cui libri, disegni originali, periodici, giocattoli, burattini, manifesti ma anche oggetti di uso comune e di design fino alla contemporaneità, raccolti dal grafico e collezionista Sergio Martinatto, scomparso nel 2021, e costituisce una testimonianza unica della pervasività dell’immagine del burattino collodiano in tutti gli aspetti della cultura e della vita quotidiana.
Egli stesso creava numerosi artefatti artistici dedicati al “suo” personaggio e aveva promosso la realizzazione di serie di cartoline d’autore e iniziative filateliche; nel 1989 sostenne inoltre un’importante edizione di Pinocchio illustrata da Giacinto Gaudenzi con un testo critico di Piero Zanotto.

Grazie alla disponibilità e alla generosità della moglie Michelina Tonarelli Martinatto, che ha inteso interpretare anche le intenzioni del marito, la collezione è pervenuta alla nostra Fondazione ed è stata attualmente collocata in questa sala del Percorso Libro del MUSLI in attesa di essere catalogata, messa a disposizione di studiosi, scuole e collezionisti e valorizzata attraverso le attività del museo.

Dopo i saluti istituzionali di Francesco Domanico, consigliere dell’Opera Barolo, interverranno Michelina Tonarelli Martinatto, che ricorderà la figura del marito Sergio con un racconto della sua vita, Pompeo Vagliani, presidente della Fondazione, che presenterà la collezione, Luciano Curreri (Università del Piemonte Orientale) con una riflessione sul collezionismo e Clara Allasia (Università degli Studi di Torino), che parlerà del capolavoro collodiano.

Agli interventi seguirà una breve performance con lettura teatrale a cura dell’attore Daniel Lascar, che attualmente interpreta Pinocchio in una produzione della Casa del Teatro Ragazzi e Giovani.

Al termine della presentazione, sarà possibile vedere nel Percorso Libro del MUSLI una vetrina e un multimediale dedicati a Sergio Martinatto e alla sua collezione, attualmente collocata in apposite strutture sulla balconata del Museo.

Ingresso libero fino a esaurimento posti.
Per informazioni e prenotazioni: 011 19784944 – 388 4746437 – didattica@fondazionetancredidibarolo.com

RINNOVATO IL PROTOCOLLO D’INTESA “IMPEGNO COMUNE PER LO SVILUPPO DEL DISTRETTO SOCIALE BAROLO”

L’accordo, sottoscritto da Opera Barolo, Città di Torino, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT e UIEPE, impegna i firmatari, nel corso del triennio 2024-2026, a sostenere e a contribuire alla crescita dell’offerta di servizi assistenziali, sociali, educativi e culturali del Distretto Barolo.
Rinnovato il protocollo d’intesa che impegna Opera Barolo, Città di Torino, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT e UIEPE (Ufficio interdistrettuale esecuzione penale esterna) a proseguire, per un altro triennio (fino al 31 dicembre 2026), il lavoro comune svolto a sostegno delle attività di welfare territoriale ospitate negli edifici e negli altri spazi che costituiscono il Distretto sociale Barolo: un ecosistema di servizi assistenziali, sociali, educativi e anche culturali al servizio della città, con l’obiettivo primario di dare risposte concrete alle persone più vulnerabili e che, lo scorso anno, ha celebrato il Bicentenario dalla nascita del suo primo nucleo, il Rifugio per le donne “pericolanti”, istituito per volontà della marchesa Giulia di Barolo.
Dal punto di vista operativo, ognuno degli enti che hanno sede nel Distretto Barolo è autonomo nell’organizzarsi per garantire a centinaia di persone, quotidianamente, servizi che vanno dall’accoglienza, all’assistenza sanitaria, alla formazione, alla distribuzione di aiuti alimentari e beni di prima necessità e altro ancora. Ma, se visto nel suo complesso, l’operato delle diverse realtà produce e assicura un valore maggiore della semplice somma aritmetica del lavoro svolto da ciascuna di esse. Questo perché nel Distretto sociale Barolo, in un’unica porzione omogenea di territorio, si concentrano tante opportunità e offerte di servizi che è difficile trovare riunite e accessibili da altre parti e che, di fatto, lo rendono un “polo sociale” importante per tutta la città.
Con la sottoscrizione del protocollo, l’Opera Barolo si impegna a destinare stabilmente e gratuitamente, tramite lo strumento del comodato d’uso o altre forme, il complesso immobiliare del Distretto. Gli altri firmatari, ognuno in base alle proprie competenze, concordano di collaborare con l’Opera Barolo nel sostegno progettuale del Distretto sociale, allo scopo di valorizzarne il ruolo nel sistema di welfare cittadino e di seguirne l’evoluzione e la capacità di adattarsi al mutare dei bisogni emergenti.
Inoltre, in relazione ai progetti presentati dall’Opera Barolo, le fondazioni di origine bancaria firmatarie dell’accordo e le istituzioni potranno collaborare allo sviluppo definendo la tipologia di contributo da mettere a disposizione, valutando altresì l’opportunità di erogare risorse destinate all’adeguamento strutturale e allo sviluppo di nuovi servizi integrati.
E ancora, attraverso il lavoro del tavolo istituzionale istituito nel 2017, concordano di proseguire nell’individuazione dei bisogni della città e nella definizione, con l’Opera Barolo, delle migliori modalità di impiego delle risorse destinate al Distretto sociale e nello sviluppo di progetti.
Tra gli altri impegni assunti dai firmatari dell’intesa, quello di creare sinergie ed elaborare un modello di intervento che possa essere esportabile in altre realtà territoriali, coerente con le politiche abitative e di coesione sociale definite dalla Regione Piemonte e dalla Città di Torino, comprese, nell’ambito del welfare culturale, le iniziative di divulgazione e sensibilizzazione artistica.
Il Distretto sociale Barolo – come detto, cresciuto nel tempo intorno al primo nucleo, l’istituto del Rifugio nato 1823 per volontà della marchesa Giulia di Barolo e destinato a ospitare e offrire assistenza alle “pericolanti” (cioè quelle ragazze che per le disgrazie della vita erano obbligate al crimine e alla prostituzione per sopravvivere e quelle donne che scontata la pena lasciavano il carcere per tornare libere in una società dove da ex detenute e senza alcun aiuto, reinserirsi per vivere una vita onesta e dignitosa risultava un’impresa ardua, se non impossibile)  – si presenta oggi come  una vera e propria “cittadella della solidarietà” che occupa 19mila metri quadrati tra le via Cigna e Cottolengo, in cui operano 17 enti assistenziali e oltre 500 operatori e volontari i quali, ogni anno, garantiscono servizi fondamentali, diurni o residenziali, a donne in difficoltà, giovani fragili, detenuti, migranti e persone che vivono in condizione di marginalità.

SHINHANGA – La nuova onda delle stampe giapponesi – 8 marzo / 30 giugno 2024 a Palazzo Barolo

Per la prima volta in Italia una mostra sull’arte degli shinhanga, una straordinaria opportunità di immergersi nella bellezza e nella malinconia di un movimento artistico che all’inizio del XX secolo ha rivoluzionato la tradizionale stampa giapponese ukiyoe, fondendo elementi classici con la sensibilità modernista.

L’esposizione vanta oltre 80 opere originali di alcuni dei più celebri maestri shinhanga, tra cui Itō Shinsui, Kawase Hasui e Hashiguchi Goyō, che ritraendo paesaggi dai colori vibranti e splendide figure femminili hanno saputo catturare l’essenza del paesaggio e dei fermenti del Giappone di quegli anni con quel tocco di nostalgia che accompagna la scomparsa di un mondo minacciato dal progresso.

 

Vertigo Syndrome con il patrocinio del Comune di Torino e del Consolato Generale del Giappone a Milano, è orgogliosa di presentare “Shinhanga. La Nuova Onda delle Stampe Giapponesi”, la prima mostra mai realizzata in Italia sull’arte degli shinhanga, a cura Paola Scrolavezza, che si terrà a Torino, a Palazzo Barolo, dall’8 Marzo al 30 Giugno 2024.

“Shinhanga. La Nuova Onda delle Stampe Giapponesi”, attraverso l’esposizione di opere magistrali mai viste in Italia, provenienti da collezioni private e dalla Japanese Gallery Kensington di Londra, ma anche preziosi kimono, fotografie storiche e oggetti d’arredo, celebra la continuità e l’evoluzione della tradizione artistica giapponese, mostrando come il movimento shinhanga abbia saputo preservare le tecniche secolari dell’incisione su legno pur introducendo prospettive innovative e influenze d’oltreoceano.

UN VIAGGIO VERSO LA MODERNITA’

Dai grandi soggetti dell’ukiyoe ai paesaggi suburbani e ai nuovi modelli femminili

Pigmenti brillanti, atmosfere malinconiche e silenziose, sospese tra un legame profondo con la tradizione e l’avanzare inesorabile del progresso. Questo è lo shinhanga, letteralmente “la nuova xilografia”, movimento nato ufficialmente nel 1916 grazie all’opera di artisti come Itō Shinsui e Kawase Hasui, che allontanandosi dai soggetti della corrente dell’ukiyoe – iconici paesaggi raffiguranti località celebri, famose geisha o personaggi legati al mondo dei teatri più in voga – prediligono invece scorci caratteristici della provincia rurale o dei sobborghi cittadini, non ancora raggiunti dalla modernizzazione, quali rovine, templi antichi, immagini campestri, scene notturne illuminate dalla luna piena e dalle luci dei lampioni. A queste vedute impressionistiche si aggiungono ben presto nuovi tipi di bijinga, i ritratti femminili, adesso non più dedicati a modelli celebri e irraggiungibili, ma alle donne dei tempi moderni, ritratte nella loro quotidianità, mentre si acconciano i capelli o si applicano il trucco, giovani dai cui occhi trapelano emozioni, sogni e rimpianti.

UN SISMA NELL’ARTE

Le stampe prima e dopo il grande terremoto del 1923: un nuovo Giappone, un nuovo shinhanga 

 Il percorso espositivo, pensato per appassionare e incuriosire il più vasto pubblico, procede proprio attraverso l’abbinamento di paesaggi e bijinga, e trova il suo fulcro centrale e punto di snodo nel grande terremoto del Kantō del 1° settembre 1923, il peggiore nella storia del Giappone. Seguito da violenti incendi che divamparono per ben due giorni, alimentati dai venti di un tifone, causò oltre 100.000 morti e rase completamente al suolo una vasta area attorno alla capitale: dalle ceneri nasceva una nuova Tokyo, sempre più proiettata verso il futuro, e con lei una società all’avanguardia e aperta allo stile di vita occidentale.

Dopo il sisma, la produzione delle incisioni shinhanga si intensifica al ritmo frenetico della ricostruzione urbana, assorbe la nuova atmosfera e la racconta in una produzione sempre più diversificata. Agli scorci caratteristici si aggiungono angoli metropolitani con strade deserte, case dalle cui finestre filtra un’illuminazione densa e artificiale; nelle opere si nota adesso l’assenza di figure umane, prevalgono pioggia e neve a simboleggiare la lotta dell’umanità con gli elementi naturali. Tutto, nelle xilografie prodotte dopo il disastro, racconta il senso di smarrimento e la solitudine dell’individuo di fronte alla fragilità dell’esistenza. Allo stesso modo, nei bijinga si affievolisce ulteriormente, fino a scomparire del tutto, il nesso con il mondo dell’intrattenimento notturno tipico dell’ukiyoe. Le ragazze immortalate nelle illustrazioni non soltanto sono donne comuni, ma iniziano a muoversi anche al di fuori delle mura domestiche, nelle vie o nei locali dei quartieri alla moda: sono cameriere, insegnanti, infermiere e dattilografe, giovani indipendenti e istruite, emancipate, pronte a cogliere le numerose opportunità che il nuovo Giappone offre loro.

L’EPOCA DELLO SHINHANGA

Tra urbanizzazione e fermento culturale

Affermatosi all’inizio della democrazia Taishō (1912-1926) e proseguito fino agli anni Quaranta del Novecento, lo shinhanga è il riflesso artistico di un periodo straordinario del Giappone contemporaneo, che sulla scia del rinnovamento già avviato in epoca Meiji è caratterizzato da un’atmosfera di estrema libertà e fermento culturale. Sullo sfondo dell’urbanizzazione, le principali città divengono i centri di un’arte e di una cultura sempre più alla portata di tutti, aperte alla nuova borghesia e al nuovo pubblico che dalla provincia affluisce nelle metropoli, attratto dalla prospettiva dell’ascesa economica e sociale e dallo stile di vita anticonformista e moderno. È in questo contesto che alcuni editori e stampatori illuminati, tra i quali spicca la figura emblematica di Watanabe Shōzaburō, danno impulso allo sviluppo del movimento, intenzionati a produrre un’arte autoctona e innovativa servendosi però del processo tradizionale dello hanmoto, ovvero l’“atelier” – lo stesso utilizzato dai maestri dell’ukiyoe – che vede l’artista occuparsi dell’ideazione e del disegno, affidando all’incisore, al tipografo e all’editore le fasi successive della produzione e diffusione delle stampe.

IL VENTO BORGHESE DEL CAMBIAMENTO

La seduzione del fascino dell’estremo, esotico oriente

Con l’aiuto di scatti, video e riviste d’epoca, abiti femminili che ricordano la tradizione giapponese ma nei quali già si intravede l’influenza modernizzatrice d’oltreoceano, “Shinhanga. La Nuova Onda delle Stampe Giapponesi” ricrea l’atmosfera densa di aspettativa e nostalgia di inizio secolo e presenta al pubblico un’incredibile corrente artistica ancora sconosciuta in Italia, raccontandola in maniera affascinante e coinvolgente e dipingendo, attraverso di essa, uno spaccato vivido e intenso del Giappone tra le due guerre.

Dalle stampe dominate dai toni più cupi del blu – dove l’unica nota di luce è la luna – alle marine bagnate dal sole al tramonto o dalla luce delle lanterne delle imbarcazioni, fino alle pagode che svettano sui ciliegi in piena fioritura, quello che viene alla luce è un paesaggio ideale, emozionale e simbolico, uno sfondo sul quale spiccano le silhouettes femminili, icone malinconiche e inquiete della conquista della modernità.

La mostra “Shinhanga. La Nuova Onda delle Stampe Giapponesi” è curata da Paola Scrolavezza, esperta di Cultura e Letteratura Giapponese e docente presso il Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne dell’Università di Bologna, con la consulenza artistica di Marco Fagioli, collezionista, storica autorità dell’arte giapponese e autore di numerose pubblicazioni,  che l’ha affiancata nella selezione di ogni opera esposta per guidare i visitatori in un viaggio attraverso la bellezza e la trasformazione del paesaggio e della cultura giapponese nei primi decenni del Novecento.

La mostra è corredata da un catalogo edito da Skira Editore a cura di Paola Scrolavezza.  

Per tutto il periodo di apertura la mostra proporrà un fitto calendario di eventi collaterali, tra laboratori, conferenze, presentazioni di libri e molti altri incontri dedicati al tema dell’esposizione.

 

VERTIGO SYNDROME

Una crociata contro l’uggia delle mostre d’arte

Vertigo Syndrome è stata fondata da Chiara Spinnato e Filippo Giunti nel gennaio 2022 e si occupa di ideazione, organizzazione e produzione di mostre “dall’idea al chiodo”.

Le mostre presentate da Vertigo Syndrome sono escogitate e costruite partendo dal presupposto che i visitatori abbiano tutto il diritto di essere impreparati quando fanno il primo passo all’interno dei percorsi espositivi, senza per questo provare imbarazzo o fingersi informati.

La missione non è spiegare tutto, ma far nascere lo slancio e la passione di voler sapere qualcosa di nuovo e avere la soddisfazione di saperlo spiegare agli altri. Vertigo Syndrome sostiene che anche la mostra d’arte apparentemente più astrusa possa diventare bella se qualcuno ti stimola a guardarla in maniera emozionante.

Vertigo Syndrome è una dichiarazione di guerra alla noia della maggior parte delle mostre d’arte. Sappiamo che leggere pannelli fitti di date e dettagli tecnici non è divertente e non avvicina nessun visitatore alla conoscenza di un artista o delle sue opere. “Mostra. Non Spiegare” è il nostro grido di battaglia.

Cerchiamo di offrire ai visitatori un viaggio, intrapreso in solitudine o in calorosa compagnia, in luoghi ed ambienti molto suggestivi e capaci di indurre forti emozioni che si manifestano sotto forma di espressione artistica, come accade talvolta con i sogni.

INFORMAZIONI

Shinhanga

Torino, Palazzo Barolo (via delle Orfane 7/A)

8 marzo – 30 giugno 2024

 

Orari

Martedì – mercoledì – giovedì – venerdì: 10:00 – 19:00

Sabato – domenica: 10:00 – 20:00

 

Aperture straordinarie

Domenica 31 marzo 2024

Lunedì 1° aprile 2024

Giovedì 25 aprile 2024

Mercoledì 1° maggio 2024

Domenica 2 Giugno 2024

 

Biglietti

Acquistabili online o in biglietteria

Intero: 14,50 €

Ridotto (minori di 18 anni, over 65, accompagnatori di persone disabili con certificazione di disabilità pari o superiore al 75%): 13,00 €

Ridotto per possessori di Torino + Piemonte Card, Abbonamento Musei e Card Cultura: 12,00 €

Ridotto SPECIALE bambini (dai 6 ai 12 anni): 5,00 €

Ridotto OPEN: 16,00 €

Acquistabili solo in biglietteria

Ridotto Scuole: 5,00 € – prenotazione obbligatoria a gruppi@vertigosyndrome.it

Ridotto Gruppi (min. 15 persone): 13,00 € – prenotazione obbligatoria a gruppi@vertigosyndrome.it

Omaggio (bambini sino a 6 anni, persone con disabilità con certificato superiore al 75%, soci ICOM, guide turistiche abilitate, giornalisti accreditati presso l’ufficio stampa Davis & Co.)

 

Per l’intera giornata dell’8 marzo le donne entreranno gratuitamente

 

Per chi acquisterà il biglietto online entro il 29 febbraio, lo pagherà al prezzo lancio di €10 (+ commissioni di prevendita) e riceverà in omaggio il manifesto ufficiale della mostra 100×140

Chi lo acquisterà dal primo marzo al 15 (incluso) lo pagherà €12 (senza poster)

A partire dal 16 marzo entrerà in vigore il tariffario standard.

 

Informazioni e prevendita sul sito www.shinhanga.it 

Catalogo mostra: Skira (skira.net)

 

Vertigo Syndrome

Tel. + 39 351 6560343

info@vertigosyndrome.it | www.vertigosyndrome.it

FB @vertigosyndrome

IG vertigo_syndrome_

 

Ufficio Stampa

Davis & Co.

Caterina Briganti +39 340 9193358 – Lea Codognato

info@davisandco.it | www.davisandco.it

I Cellanti 04.02.2024, a Cuneo i detenuti sono… Liberi di coltivare

Per il 160 anni dalla morte della fondatrice, la marchesa Giulia di Barolo, l’Opera omonima di Torino, realtà dedita alla cultura e alla carità, ha organizzato un ciclo di conferenze a tema carcere. L’intervista con monsignor Roberto Repole, arcivescovo della città e presidente per questo triennio dell’Opera Barolo.

Il Caffè Palombini a Roma è un’impresa di ristorazione e catering che non dimentica i più fragili: grazie all’incontro con l’associazione “Seconda Chance” che si occupa di reinserimento al lavoro di detenuti ed ex detenuti, ha finora assunto 4 persone provenienti dal carcere. Le testimonianze del titolare Andrea Palombini e di Pietro Sabelli, ex detenuto che da due anni lavora con loro.

“Liberi di coltivare” è il nuovo progetto di agricoltura sociale al via nella casa circondariale del Cerialdo, Cuneo, che impiegherà 7 detenuti nella serra e nell’orto, grazie alla collaborazione tra Open Baladin e Joinfruit. Il racconto del patron di Open Baladin Cuneo, Elio Parola.