IL BAROLO A PALAZZO BAROLO Torino, 26-27 febbraio 2022: due giorni di degustazioni con i produttori della Strada del Barolo nel cuore della città sabauda
Dopo due anni di assenza, la Strada del Barolo e grandi vini di Langa fa ritorno a Torino con due giorni di degustazioni presso il prestigioso e affascinante Palazzo Barolo, una delle più importanti dimore nobiliari barocche di Torino, divenuto grazie agli ultimi Marchesi di Barolo, Carlo Tancredi Falletti e Giulia Colbert, il più celebre salotto torinese del Risorgimento, da cui ha avuto inizio l’Opera Pia Barolo.
Il 26 e il 27 febbraio 2022 Palazzo Barolo ospiterà 15 produttori della Strada del Barolo, che si alterneranno per offrire al pubblico di wine lovers torinesi due serate didegustazione di alto livello presso gli affascinanti spazi secenteschi delle antiche e nobili cantine in cui un tempo si affinava il vino Barolo, diventato famoso proprio grazie alla lungimiranza e alla modernità dei Marchesi di Barolo.
Per ciascuna delle due serate i partecipanti saranno guidati in un viaggio alla scoperta del “Re dei Vini”: il Barolo, che i produttori della Strada del Barolo presenteranno di persona nelle sue molteplici sfaccettature, proponendo in degustazione cru e annate differenti.
Le degustazioni saranno accompagnate da prodotti agroalimentari di eccellenza provenienti del territorio piemontese.
Entrambe le serate saranno precedute da un salotto-degustazione condotto dal sommelier Sandro Minella e dal giornalista Danilo Poggio: ” Le donne del Barolo: da Giulia Colbert alle produttrici di oggi“, con gli interventi di alcune produttrici che racconteranno la loro esperienza e proporranno in degustazione un vino particolarmente rappresentativo delle loro aziende, non presente in sala durante la degustazione.
Il costo del biglietto di ingresso è di 40,00 € a persona e include degustazioni illimitate, oltre al calice della Strada del Barolo e la tasca portabicchiere. Per partecipare al salotto-degustazione è previsto un costo extra di 5,00 € a persona sul biglietto di ingresso.
I partecipanti all’evento avranno diritto anche allo sconto di 2,00 € sul biglietto di ingresso alla mostra “Andy Warhol Super Pop” allestita a Palazzo Barolo: per la prima volta a Torino, un’esposizione unica che che offre uno sguardo intimo e curioso sul padre della Pop Art (warholsuperpop.it).
N.B.: L’ACCESSO ALL’EVENTO È CONSENTITO ESCLUSIVAMENTE CON GREEN PASS “RAFFORZATO” (vaccinazione e/o guarigione)
16.00-17.00: salotto-degustazione “Le donne del Barolo: da Giulia Colbert alle produttrici di oggi “ 17.00-19.00: degustazione “Il Barolo a Palazzo Barolo“
SECONDA SESSIONE:
18.30-19.30: salotto-degustazione “Le donne del Barolo: da Giulia Colbert alle produttrici di oggi “ 19.30-21.30: degustazione “Il Barolo a Palazzo Barolo“
16.00-17.00: salotto-degustazione “Le donne del Barolo: da Giulia Colbert alle produttrici di oggi “ 17.00-19.00: degustazione “Il Barolo a Palazzo Barolo“
SECONDA SESSIONE:
18.30-19.30: salotto-degustazione “Le donne del Barolo: da Giulia Colbert alle produttrici di oggi “ 19.30-21.30: degustazione “Il Barolo a Palazzo Barolo“
DALL’OPERA BAROLO ALLE SOCIETÀ BENEFIT FARE PROFITTO FACENDO DEL BENE
Nell’incontro a Palazzo Barolo imprenditori, istituzioni e operatori del Terzo settore riflettono su un nuovo modo di concepire il ruolo economico e sociale delle imprese e illustrano perché adottare il modello delle società benefit dà vantaggi economici.
Fra tanti, il virtuoso caso del progetto New Ways, felice modello di accoglienza, orientamento, formazione professionale e inserimento lavorativo, nato dalla sinergia fra l’associazione Next, la onlus Geos e l’agenzia per il lavoro Idea Lavoro.
Unire l’interesse di fare utile alla necessità di creare benefici per la comunità è l’obiettivo che perseguono le società benefit, un istituto giuridico introdotto in Italia dal 2016. Le società benefit perseguono infatti per statuto la creazione di valore condiviso, anteponendolo alla massimizzazione del profitto per gli azionisti.
Il virtuoso intreccio fra profit e non profit, generativo di valore e benessere per le imprese e le comunità dei territori in cui operano, è stato il tema dell’incontro Al servizio della comunità: dall’Opera Barolo alle società benefit. Dal 1929 al 2022, modelli di welfare innovativi,che si è tenuto nei giorni scorsi a Palazzo Barolo.
Nel luogo in cui oltre un secolo fa i marchesi Tancredi e Giulia di Barolo, primi contribuenti del Regno d’Italia, si sono messi al servizio della comunità condividendo il loro patrimonio con i più poveri e realizzando innovativi interventi pedagogici, politici e sociali di condivisione, restituzione e reciprocità, e nel giorno in cui si festeggia san Giovanni Bosco, che dell’Opera Barolo fu il primo cappellano, dieci rappresentanti del mondo delle aziende, delle istituzioni e del Terzo settore si sono alternati nell’illustrare il fenomeno delle società benefit, il loro modello societario, i suoi vantaggi, casi di successo ed esperienze personali su come le connessioni fra due mondi apparentemente antitetici, profit e benefit, amplifichino i benefici reciproci.
Maria Cristina Alfieri, direttore dell’associazione Next, ha moderato il confronto su questo ponte ideale tra i valori che hanno ispirato i marchesi di Barolo e i principi che caratterizzano oggi le società benefit.
Gli interventi
In apertura di lavori l’avvocato Luciano Marocco, presidente di Opera Barolo, istituzione assistenziale che prosegue l’impegno di solidarietà di Giulia Colbert Falletti di Barolo, ha sottolineato come già nell’Ottocento l’opera dei marchesi di Barolo rappresentasse la felice progenitura di un modello di welfare innovativo, che considera la fioritura delle comunità e delle persone, soprattutto le più vulnerabili, una priorità della governance. “Allo stesso modo – ha concluso Marocco – ritengo che anche oggi fra l’Opera Barolo e le società benefit possano esserci opportunità per partnership strategiche”.
Il senatore Mauro Del Barba, presidente di Assobenefit, l’associazione nazionale delle società benefit, e promotore della legge 208/2015, ha delineato i contorni giuridici in cui la norma istitutiva delle società benefit è stata pensata. “In Italia sono ora 1.500 le società benefit. – ha dichiarato – Questi imprenditori hanno compreso che la prima beneficiaria è la società benefit stessa. Gli studi confermano: le imprese che fanno crescere il tessuto sociale in cui operano sono quelle che crescono maggiormente”. Le società che aderiscono a questo modello di welfare dimostrano infatti una maggiore consapevolezza nella rendicontazione dei bilanci sociali, che rappresentano la traduzione di una strategia a impatto sociale. Esercitano anche una maggiore attrattiva sui giovani talenti e sono premiate dal mercato, dalla finanza e dai regolatori nazionali e sovranazionali. Infine, ma non ultimo, la vocazione al benefit, quando resa riconoscibile, dona visibilità al brand, genera un posizionamento distintivo e raccoglie il favore dei clienti.
Una delle novità delle società benefit – ha dichiarato Luca Cattalano, consigliere dell’Opera Barolo – è rappresentata dall’opportunità di fare una scelta di giustizia “rispondendo alla domanda di rimediare all’impatto negativo che le imprese hanno creato nel tempo” e trasformando l’obiettivo di fare del bene in un vincolo etico richiamato da una persona specifica all’interno dei consigli di amministrazione. Cattalano ha poi messo in guardia dal rischio che, per alcune aziende, questo paradigma rimanga una vocazione generica o astratta o, strumentalmente, una vuota dichiarazione di intenti.
Marina Salamon, presidente della società di abbigliamento Altana (dal nome delle terrazze di Venezia dove fin da ragazza sognava un mondo migliore), ha rivelato che la biografia di Adriano Olivetti è stata di ispirazione per l’adesione della sua azienda al modello benefit. Nel mettere in guardia dalle benefit corporation americane, “perché dentro c’è molto show off”, l’imprenditrice ha fatto appello al dovere etico di “costruire società e fare filantropia agendo sempre con carità: non un esercizio di rendicontazione, ma la volontà di mettersi in gioco”, traendone per di più benefici concreti. Fra questi la propensione a una più attenta rendicontazione, maggiore capacità di comprendere il grado di innovazione dei progetti e una più spiccata inclinazione a fare networking.
Renzo Sartori, presidente di Number1 Logistics Group, unica società benefit europea del settore logistico, ha presentato il caso di Next, nato come progetto di csr all’interno di Number1, e trasformato nel 2020 in Associazione. Associazione Next, è una realtà che aggrega finanziatori, enti del Terzo settore, agenzie per il lavoro e scuole di formazione con l’obbiettivo di favorire attraverso il lavoro la creazione di percorsi di integrazione sociale per persone in situazioni di disagio, come migranti e rifugiati. Attraverson corsi proposti (fra i quali lingua italiana, orientamento al lavoro ed educazioni civica, corsi professionali per operatori di magazzino) le persone acquisiscono le competenze e le abilità richieste dalle aziende, dove poi verranno inseriti, si tratta di una risposta di sistema al mismatching tra domanda e offerta di lavoro. La prospettiva, attraverso l’associazione, è di replicare su tutto il territorio nazionale il modello già sperimentato a Parma, dove il gruppo ha sede, coinvolgendo altre imprese disponibili ad assumere le persone formate e a sostenere il progetto. “Next – ha commentato Sartori – permette di intercettare il bisogno di lavoro di persone in difficoltà, che vengono affiancate in un percorso di riqualificazione professionale, diventando una risorsa preziosa per le imprese”.
Marco Margrita, responsabile della Comunicazione di Dai impresa, una rete di aziende che si sono aggregate anche nell’ottica di fare fronte comune nella promozione del territorio di Torino e dintorni, unendo i principi dell’associazione con le regole dell’impresa, ha sottolineato il valore aggiunto che le società benefit ottengono dal fare networking. “I partner naturali sono le altre imprese e le amministrazioni locali” ha precisato, aggiungendo: “C’è un’economia che pensa di poter fare a meno del lavoro e dell’uomo. L’imprenditore è colui che sa che il denaro serve e non comanda”.
La testimonianza di Giuseppe Lazzarotto, presidente di Ci.Ti.Elle e fondatore della onlus Casa della speranza, ha messo in luce un’altra felice connessione fra profit e non profit. Oltre a guidare l’azienda di famiglia, che da oltre 30 anni si occupa di allestimenti e arredi di resort di lusso, hotel, ristoranti, ville e case di riposo, Lazzarotto ha fondato una onlus che raccoglie e redistribuisce beni acquisiti grazie alle attività profit e li indirizza a comunità bisognose “in una circolarità di esperienze che coinvolge altri imprenditori, istituzioni e i dipendenti stessi”.
Riccardo Calvi, Senior Director Comunicazione di Procter & Gamble in Italia, multinazionale di largo consumo, ha premesso che “oggi alle aziende che vogliono essere leader non basta più fare solo prodotti di successo, ma è necessario prendere posizione su temi socialmente rilevanti ed agire in tutti gli aspetti della cittadinanza d’impresa: governance, sostenibilità ambientale, responsibilità sociale, parità di genere, valorizzazione delle diversità e inclusione. Significa mettere al centro del proprio operato quegli stessi valori che già centinaia di anni fa, con una visione straordinariamente attuale, condividevano i marchesi di Barolo”. Da questa convinzione Procter & Gamble, attraverso il suo programma di cittadinanza di impresa “P&G per l’Italia” (https://it.pg.com/pg-per-l-italia/) con cui l’azienda sta realizzando progetti concreti di responsabilità sociale e ambientale in tutto il Paese, sostiene progetti come quello di Aula 162 (dall’enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco) con Associazione Next che promuove l’inclusione sociale e lavorativa di persone vulnerabili; o la Lavanderia di Papa Francesco, che mette a disposizione di senzatetto e persone indigenti uno spazio dove poter utilizzare lavanderie e altri servizi alla persona garantendo igiene, salute e assistenza: dopo le esperienze di Milano, Napoli e Roma, la società prevede di aprire una Lavanderia di Papa Francesco anche a Torino. Altri progetti ancora promuovono la cura della salute delle donne attraverso l’erogazione di visite gratuite di screening per la prevenzione del tumore del seno, ginecologico e dermatologico con Susan Komen Italia, la riqualificazione di aree verdi con il WWF Italia, la creazione di “frutteti solidali” gestiti da persone in difficoltà con Azzero CO2, la diffusione di Aule Natura nelle scuole sempre con il WWF Italia, il sostegno a start up a conduzione femminile con LVenture group. L’invito con cui Calvi ha concluso il suo intervento è rivolto alle altre imprese, a “saltare a bordo e fare squadra, perché quelli del programma “P&G per l’Italia” sono progetti per tutti e ogni azienda può contribuire ad aiutare gli altri e alla ripresa del nostro Paese”.
Ada D’Onofrio, presidente di Idea Lavoro, consorzio nazionale di cooperative sociali con la mission di favorire l’inserimento nel mondo del lavoro di persone in condizione di difficoltà, ha ribadito l’importanza che player economici, istituzionali ed enti del Terzo settore facciano rete. Dal suo osservatorio privilegiato, in specifico nell’area della Città Metropolitana di Torino, ha poi rilevato come, la crisi economica prima e la pandemia in seguito, abbiano spinto queste realtà ad allearsi, condizione che ha permesso, per usare una metafora, di far respirare territori. Importanti, per rafforzare tale condizione, sono risultati sia il programma della regione Piemonte WE.CA.RE (Welfare Cantiere Regionale) finalizzato a facilitare dei processi di innovazione sociale, volti ad attuare azioni di welfare territoriale, sia importanti progetti di inclusione sociale e lavorativa sostenuti da Fondazioni. Ha infine ricordato che se la responsabilità sociale di impresa consiste nel rendere conto di ciò che si è fatto per non peggiorare la situazione ambientale e economica, il mandato statutario delle società benefit è maggiore: generare un positivo impatto sociale sui territori.
Come ha ben detto il prof. Zamagni, l’attenzione è alla civitas “La città delle anime”, dalla quale deriva necessariamente una forte responsabilità civile di prendersi cura della comunità.
Ha concluso e, citando il maestro Ezio Bosso, ha invitato a: “Ascoltare, perdendosi un po’ per immaginare, immaginare le cose come se fossero già realizzate”.
Partendo dalla propria personale esperienza lavorativa nel mondo del profit, come direttrice commerciale di aziende della moda, fino alla piena adesione alla vocazione della ventennale Geos Onlus, di cui è consigliera, Vittoria Vitaloni ha illustrato il virtuoso caso del progetto New Ways, esempio di accoglienza, orientamento, formazione professionale e inserimento lavorativo, nato dalla sinergia fra Geos Onlus – a cui appartengono le strutture Casa Miriam e Casa Francesco, che ospitano anche minori stranieri non accompagnati e ragazzi neomaggiorenni – e Associazione Next, che cura i percorsi formativi brevi dei giovani delle due strutture di accoglienza, e Idea Lavoro, l’agenzia per il lavoro che ne agevola l’incontro con il mercato del lavoro. “Abbiamo chiamato questa sinergia New Ways, per indicare ‘nuove vie’ per l’inserimento lavorativo. Uno dei più importanti e concreti risultati del progetto è proprio l’opportunità di costruire per e con i ragazzi la loro autonomia. E questo dà loro speranza e coraggio”.
Il video dell’evento è disponibile online sul canale Youtube e sui siti web di Opera Barolo (operabarolo.it) e Geos onlus (associazionegeosonlus.org).
“ANDY WARHOL Super Pop Through the lens of Fred W. MCDARRAH” – Dal 20 Novembre 2021- PALAZZO BAROLO
La mostra offre uno sguardo intimo e curioso su uno degli artisti simbolo del XX secolo. Per conoscere genio, creatività ed innovazione del padre della Pop Art, capace di influenzare l’arte ed il pensiero della società contemporanea.
L’esposizione, attraverso un’appropriata contestualizzazione storica, presenta la vita e la ricca produzione artistica di Andy Warhol, a partire dai primi esplosivi anni ‘50 e ‘60, fino agli anni ‘70 nella Grande Mela. Warhol ha saputo trasformare con la sua visione innovativa la concezione stessa del fare e del consumare arte, divenendo una vera icona del mondo contemporaneo.
Dopo un tuffo nell’atmosfera dell’America degli anni ‘50 e ‘60, il percorso propone una panoramica sui concetti e sui momenti chiave della Pop Art, indagando alcune delle fasi principali della vita e della carriera dell’artista attraverso un ordine espositivo cronologico, che presenta una selezione unica, appassionante e rivelatrice di opere d’arte di Warhol e di fotografie storiche provenienti dall’archivio del fotografo Fred W. McDarrah, oggi MUUS Collection.
McDarrah ha immortalato Warhol per oltre trent’anni svelandone da una parte il lato più privato ed umano e dall’altra mettendo in luce le sue molte e diverse pratiche artistiche. Andy viene quindi ritratto all’apice della sua carriera, circondato dalle scatole di Brillo durante l’inaugurazione di una sua mostra personale, o mentre gira una delle sue pellicole sperimentali, o ancora, molti anni più tardi, intento a chiacchierare al telefono. Non mancherà il Warhol comunicatore, istrionico in compagnia, nei migliori locali di tendenza dei tempi, oltre che padrone di casa della “Factory”, creatore non solo di arte, ma anche di personaggi: dai Velvet Underground alle “Superstar”, oltre all’incontro con artisti come Lou Reed, Bob Dylan, Truman Capote e Mick Jagger.
In mostra, accanto alle più celebri icone realizzate da Andy Warhol – tra cui le serigrafie di Marilyn, di Mao e la celeberrima Campbell’s Soup – le opere inedite dell’avanguardistica serie “Ladies & Gentlemen”, realizzata tra il 1974 e il 1975. L’artista svela attraverso i suoi ritratti la comunità di Drag Queens di New York, da sempre tenuta ai margini della società. Il visitatore ha l’occasione di scoprire ed indagare tutti i principali passaggi della tecnica serigrafica, adottata per la creazione della serie, la prima realizzata con la leggendaria Polaroid Big Shot.
Ad arricchire ulteriormente il percorso, le ricostruzioni di alcuni degli ambienti più iconici e caratteristici in cui viveva e si muoveva Warhol, le Polaroid (in collaborazione con l’azienda Nital) che ha utilizzato per scattare le sue fotografie e le grafiche che ha creato Martini & Rossi (in collaborazione con il Museo Casa Martini).
Infine in mostra gli scatti del fotografo Anton Perich che ci riportano nella New York di Warhol e tra l’entourage del Maestro, fatto di artisti come Keith Haring, Basquiat o Robert Mapplerthorpe.
La mostra sarà aperta: Dal Martedì al Venerdì 10:00-17:30 Sabato e Domenica 10:00-18:30 Lunedì – chiuso Ultimo ingresso consentito in mostra un’ora prima dell’orario di chiusura. CHIUSURE STRAORDINARIE: 24, 25 e 31 dicembre e 1 gennaio 2022
Tutte le informazioni sulla mostra su: sito www.warholsuperpop.it FB /andywarholsuperpop IG andywarholsuperpop
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