La mostra, allestita in due sale nel Percorso Scuola del MUSLI, racconta – attraverso libri, disegni, quadri e documenti originali – la storia delle istituzioni educative fondate dalla Marchesa, unitamente al marito Carlo Tancredi, tra il 1821 e il 1863 e ne evidenzia i collegamenti con la storia della scuola in Piemonte e in Italia. Il percorso di Giulia Colbert (1786-1864) in ambito educativo comincia nel 1821 nel carcere femminile delle Forzate, ma già presso le carceri del Senato si era fatta maestra per insegnare a leggere alle detenute, utilizzando come supporti didattici un alfabetiere su telaio, una conocchia e il Catechismo della diocesi. Al 1821 risale anche il progetto della prima scuola: l’Elementare femminile di Borgo Dora. Da lì in poi, con il marito Carlo Tancredi di Barolo (1782- 1838) all’interno dei suoi istituti o all’esterno su richiesta di altri, dà vita a una lunga serie di istituzioni scolastiche e assistenziali, come il Rifugio, l’Ospedaletto di Santa Filomena e l’Educandato di Sant’Anna, raffigurate negli splendidi ex voto (1845-48) provenienti dal Santuario della Consolata. Scuola, catechismo e lavoro sono i cardini su cui si fonda il progetto di tutte le istituzioni, dove la giornata di bambine e ragazze era divisa tra preghiera, istruzione e lavori donneschi, senza escludere attività di intrattenimento, di cui autore e animatore era sovente Silvio Pellico. La sezione “La Marchesa nella scuola” documenta la diffusa presenza della sua figura in libri scolastici, periodici, e materiali didattici, proposta come modello alla gioventù studiosa, soprattutto femminile. La Marchesaper la scuola La Marchesa nella scuola Nella seconda sala “La scuola ai tempi dei Marchesi” presenta il contesto in cui operano le loro istituzioni educative, affiancandosi a quelle di esponenti di casa reale e dell’aristocrazia subalpina, e si confrontano con movimenti per l’istruzione popolare, come le Scuole di mutuo insegnamento, l’Opera della Mendicità Istruita, l’Istituto delle Rosine e molte altre. Nel periodo carloalbertino si trovano a interagire con esperienze a livello locale e nazionale quali gli asili di privati filantropi, come quelli di Rivarolo Canavese e di Agliè e la Società delle scuole infantili di Torino, ispirate ai metodi di Ferrante Aporti. Nella fase di passaggio verso la scuola pubblica nazionale, Pietro Baricco assessore all’Istruzione della città nel 1851 condusse un’indagine statistica sugli istituti educativi della città, compresi quelli della Marchesa. La sezione “Libri di scuola ai tempi dei Marchesi” presenta testi che documentano esperienze scolastiche molto diverse: abbecedari italiani e latini, anche illustrati, modeste edizioni contenenti orazioni ed abbaco, manuali editi dalla Stamperia Reale per la Scuola comunale istituita da Carlo Felice nel 1822 e nuovi manuali per le scuole pubbliche commissionati a Vincenzo Troya nel 1840. Accanto alla scuola reale, l’ultima sezione “Scuola reale e scuola immaginaria” presenta un’affascinante selezione di quadri, preziose incisioni e litografie stampate tra la fine del Settecento e la metà dell’Ottocento che rappresentano scene di vita scolastica.

In allegato il comunicato stampa della mostra:  La marchesa per la scuola e nella scuola

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